L’ICMATE celebra l’11 febbraio, la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015, portando in scena al PACTA Salone – via Ulisse Dini 7, Milano, la conferenza/spettacolo teatrale: Scienziate visionarie. Il mondo che vogliamo.
La serata porta alla ribalta due scienziate, Donella Meadows e Alice Hamilton, due figure chiave nella sostenibilità ambientale, nella salute e sicurezza nel mondo del lavoro, che hanno avuto una loro visione da cui si sono lasciate guidare, sfidando posizioni scientifiche consolidate, aprendo campi di ricerca inaspettati laddove si parla di ambiente, di salute umana e di sviluppo sostenibile, laddove sembra che la scienza debba essere separata dalla politica.
Lo spettacolo è a cura di e con la collega ICMATE Sabrina Presto, fisica, ricercatrice e divulgatrice, Cristina Mangia, fisica ambientale, ricercatrice al CNR-ISAC, Sara Sesti, matematica ricercatrice in Storia della Scienza, Maria Eugenia D’Aquino elaborazione scenica, regia e interpretazione.
La produzione è di PACTA . dei Teatri in collaborazione con CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, ISAC CNR, D.i.Re -Donne in Rete Contro la Violenza, Associazione Donne e scienza, LUD - Associazione per una Libera Università delle Donne, CREIS - Centro Ricerca Europea per l'Innovazione Sostenibile.
Lo spettacolo è Inserito nel Festival ScienzaInScena Es-ATTO, diretto da Maria Eugenia D’Aquino – PACTA . dei Teatri
Per info e prenotazioni: Contattare Sabrina Presto oppure
www.pacta.org - tel. 0236503740 - mail
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Biografia delle scienziate in scena:
Donella Meadows (1941-2001)
Limits to the growth è il libro che negli anni ’70 porterà alla discussione mondiale sui limiti del pianeta e su un modello di sviluppo basato su un’idea di crescita esponenziale. Tra gli autori anche Donella Meadows, una laurea in biologia, un dottorato in biofisica e ricercatrice al MIT. Il testo diventa il cuore di quella che sarà una rivoluzione: con alcuni colleghi e in collaborazione col Club di Roma, Meadows realizza un modello di dinamica dei sistemi che simula le interazioni tra l’aumento della popolazione, la crescita industriale, la distribuzione delle risorse alimentari e agricole nel mondo, la disponibilità delle risorse non rinnovabili e l’inquinamento ambientale. Mette insieme scienze fisiche e scienze sociali. E a chi l’attacca Donella Meadows propone la sua visione di mondo sostenibile: “Le nostre menti razionali ci dicono che un mondo sostenibile deve essere quello in cui le risorse rinnovabili vengono utilizzate non più velocemente di quanto si rigenerano; in cui l'inquinamento viene emesso non più velocemente di quanto possa essere riciclato o reso innocuo; in cui la popolazione è almeno stabile, magari decrescente; in cui i prezzi internalizzano tutti i costi reali; in cui non c'è fame né povertà; in cui esiste una democrazia vera e duratura.” Bisogna aspettare il 2022 ed il Sesto Rapporto di Valutazione dell'IPCC sui cambiamenti climatici per vedere riconosciuta in modo forte l'interdipendenza tra clima, biodiversità e persone e integrare le scienze naturali, sociali ed economiche in accordo con la strada indicata da Meadows.
Alice Hamilton (1861-1970)
La madre della tossicologia industriale. I suoi testi ancora oggi fanno scuola negli Stati Uniti. E la sua “epidemiologia di strada”, il suo interrogare i lavoratori e lavoratrici, il suo visitare i luoghi di lavoro, il suo guardare in faccia le malattie, le disuguaglianze sociali e di genere insegnerà che l’epidemiologia ambientale non si può fare nel chiuso di laboratori, ma in campo. E che va bene essere la prima donna ad Harvard, ma l’accademia non è tutto. In un anno, 6 mesi ad Harvard sono abbastanza ma gli altri 6 mesi deve potersi recare ad Hull House tra gli operai e le operaie. Insegnerà che l’epidemiologia serve per cambiare condizioni di vita e di lavoro. Insegnerà che bisogna credere nelle donne scienziate, lei che sceglierà come sua collaboratrice una giovane donna che diventerà anche un’altra grande tossicologa.Lei che studiando quanto succede nelle fabbriche dirà al mondo intero che i lavoratori e le lavoratrici sono cavie di laboratorio sui quali sperimentare gli effetti di nuove produzioni e di nuovi veleni, cavie di questo modello di sviluppo” e che riguardo alle fabbriche di armi sosterrà che “È assurdo che uomini e donne debbano morire per produrre oggetti il cui fine è quello di uccidere altre persone”.